Massimo Carraro ha intervistato Ivan Botta sul coworking ma anche su un sacco di altre cose… perché quando c’è Ivan di mezzo la conversazione non può che spaziare!
(Per chi non li conoscesse, Max è il fondatore della Rete Cowo®, mentre Ivan è l’imprenditore che ha fatto della sua azienda un caso di studio trasformandola in un gigantesco coworking di 150 postazioni, dove non distingui i dipendenti dai coworker. Questo accade al Cowo Milano/Login, mentre il marchio Login ha da poco aperto, a Cuneo, il primo negozio di Internet of Things, con coworking Cowo® annesso).
Cowo® – Ivan, in questa intervista toccheremo molti punti, dal “merge” tra coworking e azienda all’internet of things, per la prima volta in Italia proposta in un normale “negozio” aperto al pubblico, a sua volta uno spazio di coworking… quando la carne al fuoco è tanta, significa che qualcuno ha molte idee: è così?
Ivan Botta – No! Non molte idee, una sola: la produzione condivisa, The Collaborative Commons.
“Siamo agli albori della terza rivoluzione industriale.
Noi stiamo lavorando ed esercitando di fatto il sistema di produzione condivisa mettendo a disposizione le infrastrutture abilitanti.”
Siamo partiti dai Datacenter che hanno direttamente a che fare con il nostro business principale, la Rete e il Cloud Computing, e siamo arrivati a condividere un’altra Infrastruttura abilitante: gli uffici.
Stiamo semplicemente continuando a farlo dove siamo presenti, e lo facciamo con il nostro modello.
Cowo® – Andiamo con ordine, e partiamo da Coworking Login, grande coworking tecnologico con oltre 150 postazioni.
Quando e come hai capito che la tua azienda, attiva come di provider di servizi internet dal 1996 e con 70 dipendenti, poteva diventare un coworking esteso, con i dipendenti che condividono spazi e progettualità con coworker esterni?
Ivan Botta – Ci sono arrivato pensando alla nostra infrastruttura e lavorando ai nostri servizi Cloud IaaS.
Frequentando la community di OpenStack, la più grande comunità nata intorno al cloud opensource e altre community in giro per il mondo, mi sono reso conto proprio che in posti come Login incontravo le persone che contribuivano alla produzione condivisa e e ai progetti più innovativi.
Quindi ho deciso di partire con il nostro primo progetto di coworking.
Cowo® – Puoi dirci qualche parola sull’organizzazione pratica degli spazi di Enter/Coworking Login?
Ivan Botta – Parliamo di uno spazio di 1500 metri quadrati suddiviso in due tipi di aree: una di comunicazione, transito e aggregazione in cui i coworker si incontrano come se fossero “per strada”, possono pranzare insieme, scambiarsi idee e pareri, partecipare ad eventi e molto altro ancora.
È l’area centrale di Login, paragonabile ad una grande arteria di comunicazione e connessione.
Poi ci sono le 5 “work area”, gli openspace in cui le persone lavorano senza disturbarsi tra di loro.
Abbiamo poi sale riunioni, cabine per le telefonate riservate e utilizziamo l’arredamento per rendere più funzionale lo spazio e il lavoro.
Non abbiamo palestre o posti in cui stare a “far nulla”: Login è un luogo in cui le persone vengono a lavorare, quindi tutto è studiato perché possano farlo al meglio.
Cowo® – Ed ora passiamo all’Internet of Things e al negozio appena aperto a Cuneo.
Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, è così?
All’estero vi sono esperienze analoghe?
Infine: perché proprio a Cuneo?
Ivan Botta – Se siamo i primi? Che mi risulti, effettivamente, credo che…
“…siamo i primi italiani ad avere aperto un Tech Shop.”
Come ti dicevo prima, noi abbiamo solo aperto e reso accessibile a tutti il nostro sistema di produzione condivisa.
Cowo® – Perché a Cuneo?
Ivan Botta – Beh un po’ lo senti dal mio accento, sono nato a Bra, ma in realtà questa cosa non c’entra molto.
In provincia di Cuneo abbiamo investito sul divide infrastrutturale acquisendo ormai quasi 10 anni fa Isiline, provider locale attivo dal 1995, che ha quasi raggiunto la soglia dei 10.000 clienti privati.
Il Tech Shop si inserisce nel quadro degli altri investimenti che stiamo facendo in quella provincia.
Cowo® – Come hai maturato l’idea di un negozio “tech shop” che porti al pubblico generalista l’internet of things? E comunque… cos’è e cosa vende un negozio di Internet of Things?
Ivan Botta – Anche in questo caso bisogna partire da alcune necessità che abbiamo riscontrato nell’applicare il nostro modello, il nostro format.
Avevamo bisogno di una presenza fisica a Cuneo dopo aver fatto molti investimenti sulla Rete di tutta la Provincia.
Avevamo anche bisogno di un progetto di comunicazione, di rendere visibile chi siamo, cosa facciamo e dove stiamo andando.
Abbiamo quindi deciso di creare uno spazio che non si era mai visto, un luogo che mettesse insieme tutto quello che stiamo facendo (anche a Milano) e in cui crediamo molto.
Il Tech Shop espone oggetti tipici del movimento dei Makers in un ambiente in cui è anche presente un piccolo coworking con 12 postazioni. È il riassunto di quello che siamo.
“Chi passa dal Tech Shop, oltre ai componenti hardware di Arduino, può trovare (e comprare) stampanti 3D pronte all’uso o scaricare dal web i modelli per costruirsele in autonomia, magari recandosi nei nostri makerspace di Milano e Saluzzo (CN).”
A noi non interessa tanto vendere la stampante o gli altri oggetti che verranno, ci interessa coinvolgere tutti nel processo di produzione condivisa e nel DIY (Do it Yourself).
Per questo vendiamo le board di Arduino e i nostri servizi di accesso alla rete Internet.
Chiudo con una nota: la Rete di Cuneo e Provincia l’abbiamo fatta in pieno spirito Do it yourself.
Cowo® – E adesso torniamo al tema coworking, perché il “tech shop” di Cuneo, oltre a proporre l’Internet of Things attraverso la vetrina e il banco vendita di un normale negozio, è anche spazio di coworking.
Di nuovo: molta carne al fuoco, no?
Ivan Botta – La risposta è… The collaborative Commons.
“Noi da tempo produciamo in modalità condivisa, solo ora ci stiamo aprendo di più per condividere il nostro modello di sostenibilità.”
“Il Coworking è un elemento catalizzante, come nella chimica aumenta la velocità della reazione tra gli elementi rimanendo inalterato.”
Cowo® – Ti siamo riconoscenti, come Rete Cowo® e come appassionati di coworking, del tuo grande investimento nella condivisione collaborativa degli spazi, in seno alle tue attività.
Sapendo anche che viaggi costantemente, cosa puoi dirci del modo in cui gli ambienti di lavoro si stanno evolvendo?
Ivan Botta – In USA i modelli prevalenti sono 2. Uno di matrice immobiliare, che tende alla rivalutazione di spazi esistenti frazionandoli in piccolissimi uffici sul modello dei cubicle di Dilbert.
L’atro di matrice finanziaria con selezione all’ingresso e compartecipazione economica all’attività svolta o addirittura solo funzionale all’incubazione delle startup.
In Europa è un misto dei due, guarda quello che sta succedendo a Milano.
Cowo® – È vero che in Italia, come spesso si pensa, siamo indietro, o stiamo al contrario esprimendo un’eccellenza di cui non siamo tanto consapevoli?
Ivan Botta – La seconda.
“Con il coworking in Italia non siamo indietro e, anzi, siamo molto bravi.”
Il problema è che siamo ancora troppo ancorati a modelli precedenti. Il Coworking è un posto in cui lavorare, forse molti Italiani non sono alla ricerca di un luogo in cui esprimere la propria professionalità, ma pensano solo alla ricerca del “classico” posto di lavoro.
Cowo® – Perché gli spazi di coworking collegati alle tue aziende si ritrovano nella Rete Cowo®?
Ivan Botta – Perché ci sei tu Massimo! Hai una responsabilità enorme, stai infondendo fiducia nelle persone per l’applicazione di un modello. Li stai mettendo tutti in rete.
Cowo® – Prima di salutarti, una domanda personale… una frase che ti abbiamo sentito dire è “Io ho sempre fatto mestieri che prima non c’erano”. Quale sarà il tuo prossimo lavoro?
Ivan Botta – Il contadino.
L'articolo Intervista a Ivan Botta, l’uomo che ha trasformato l’azienda in coworking, ha inventato il primo negozio italiano di Internet delle cose (con Cowo) e che da grande vuol fare il contadino. sembra essere il primo su Coworking Project by Cowo®.
